LE MICOTOSSINE

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Le micotossine sono prodotti tossici del metabolismo secondario dei varie specie fungine, in particolare dei generi Aspergillus, Fusarium e Penicillum, che possono svilupparsi negli alimenti di origine vegetale. Esse sono molecole stabili, che persistono nei prodotti contaminati anche dopo la morte del fungo che le ha prodotte e che non vengono distrutte dai processi fisici, chimici e biologici (processi termici, raffinazione, fermentazione etc.). Anche gli alimenti di origine animale possono risultarne contaminati, in quanto le micotossine non vengono distrutte dai processi metabolici all’interno dell’animale. La loro elevata tossicità, sia per l’animale sia per l’uomo, è ormai risaputa, tanto che sono stati definiti dall’Unione Europea limiti piuttosto stretti di contaminazione degli alimenti zootecnici e di quelli destinati all’alimentazione umana.

I prodotti destinati all’alimentazione animale sono spesso contaminati da micotossine, o già in campo, o se conservati in condizioni di elevata umidità e temperatura, idonee al loro sviluppo.

 

Esistono più di 300 micotossine, alcune delle quali vengono analizzate di seguito.  

AFLATOSSINE 
Sono le micotossine che presentano il rischio più elevato sia per la salute umana che animale. Sono prodotte dai funghi Aspergillus flavus e Aspergillus parasiticus. Negli alimenti di origine vegetale si trovano quattro tipi di aflatossine: B1, B2, G1, G2. L’aflatossina B1 è quella presente in maggior quantità negli alimenti vegetali e quella che possiede maggior tossicità, soprattutto per il fegato, tanto che è stata classificata dallo IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) tra le sostanze cancerogene per l’uomo. Una volta metabolizzata a livello epatico, l’aflatossina B1 (AFB1) libera i metaboliti AFM1 e AFM2, entrambi tossici.I limiti stabiliti a livello comunitario per l’aflatossina B1 negli alimenti sono (Reg. CE n. 466/2001):- mangimi completi: <0,01 mg/Kg,-  mangimi complementari: <0,005 mg/Kg.Nel latte non si trova l’AFB1 ma il suo metabolita AFM1, per il quale è stato stabilito un limite di 0,05 mg/Kg per il latte crudo o da trasformare. Anche nel formaggio è possibile rilevare la presenza dell’AFM1, che si lega alla frazione caseinica, cosicché i formaggi hanno una concentrazione mediamente più alta rispetto al latte di partenza (2,5-3,5 volte in più nei formaggi freschi e 3,5-5,8 volte in più per i formaggi stagionati).Gli alimenti a destinazione zootecnica che più facilmente vengono contaminati con aflatossine sono il mais (granella, germe, farina e semola glutinata) e gli alimenti ricchi di lipidi (farina di arachide, panelli di cocco, di palma, di lino, cotone e derivati). In misura minore vengono contaminati gli insilati e i pastoni di mais, mentre orzo, frumento, fieno e foraggi freschi presentano un rischio di contaminazione piuttosto basso. Tutti gli alimenti zootecnici comunque, se male conservati, possono rappresentare un substrato ottimale di crescita fungina e conseguente produzione di micotossine.  

FUMONISINE 
Sono micotossine prodotte dai funghi del genere Fusarium, che contaminano frequentemente il mais e i suoi derivati, in particolare le fumonisine B1, B2 e B3. Esse sono responsabili dell’insorgenza di gravi tossicosi in molte specie animali, fino a portare a insorgenza tumorale.Non si ha passaggio nel latte di fumonisina.  

OCRATOSSINA A (OTA) 
L’OTA è una micotossina prodotta dai funghi Aspergillus ochraceus e Penicillum verrucosum e si ritrova in molti prodotti vegetali, in paricolare mais, frumento, sorgo, segale, orzo, caffé, fichi secchi. L’ocratossina A presenta attività nefrotossica, immunotossica e cancerogena. Essa si deposita nei tessuti di animali alimentati con derrate contaminate, per cui l’uomo viene a contatto con questa tossina anche mangiando la carne. Anche il latte può risultarne contaminato.  

TRICOTECENI 
È un gruppo che comprende molte tossine prodotte da funghi di genere diverso, soprattutto del genere Fusarium. Gli alimenti vegetali che più facilmente ne vengono contaminati sono mais e frumento. Questo gruppo di micotossine, tra le quali il DON (deossinivalenolo), il T-2 e l’HT-2, provocano rifiuto del cibo (anoressia), vomito, diarrea, emorragie, immunosoppressione, dermotossicità, edemi polmonari.Il passaggio nel latte di queste micotossine è quasi nullo e comunque sotto forma di metaboliti a bassa tossicità.  

ZEARALENONE (ZEA) 
Questa micotossina, prodotta da diversi funghi del genere Fusarium, presenta elevata attività estrogenica, causando iperestrismo e ipofertilità, con conseguenti danni economici agli allevatori. Essa si ritrova soprattutto in mais e frumento, ma anche in altri cereali quali orzo, sorgo e avena. Anche per questa micotossine, il passaggio nel latte è quasi nullo e comunque sotto forma di metaboliti a bassa tossicità.   


TOSSICITÀ NEI PICCOLI RUMINANTI 
In generale i ruminanti sono meno sensibili agli effetti tossici provocati dalle micotossine rispetto agli animali monogastrici. Il rumine, infatti, rappresenta una naturale barriera che limita l’assorbimento di sostanze tossiche, grazie all’azione degradativa della microflora ruminale che libera metaboliti a bassa tossicità. Tuttavia, per alcuni tipi di micotossine e per esposizione prolungata a queste sostanze, il rumine non è in grado di esercitare la sua attività detossificante. Pecore e capre sono, tra le specie di interesse zootecnico, le più resistenti all’attività tossica delle micotossine. Poiché queste sostanze si sviluppano soprattutto nei concentrati e nei foraggi mal conservati, gli allevamenti di tipo intensivo o semi-intensivo presentano, in generale, un maggior rischio di contaminazione, rispetto a quelli estensivi che prevedono un utilizzo prevalente o esclusivo del pascolo. Varie ricerche effettuate in diverse arre geografiche hanno comunque dimostrato la possibilità di contaminazione da micotossine anche in piccoli ruminanti alimentati esclusivamente al pascolo, in particolare a seguito di periodi caldi e secchi.   


COME LIMITARE IL RISCHIO DI CONTAMINAZIONE DA MICOTOSSINE? 
Per limitare la contaminazione da micotossine degli alimenti destinati agli animali allevati è necessario applicare una serie di strategie durante tutte le fasi di produzione degli stessi alimenti.  

IN CAMPO
In campo è importante:

  1. scegliere varietà resistenti ai funghi;
  2. effettuare la rotazione delle colture, non solo con essenze cerealicole ma anche con leguminose, più resistenti alla formazione di muffe;
  3. effettuare se possibile concimazioni organiche;
  4. evitare gli stress idrici che indeboliscono la pianta e la rendono più suscettibile agli attacchi fungini;
  5. evitare le semine troppo fitte, che creano le condizioni per lo sviluppo dei funghi;
  6. effettuare una buona lotta antiparassitaria, per evitare la formazione di microlesioni nei tessuti vegetali, all’interno delle quali i funghi si sviluppano facilmente.


RACCOLTA ED ESSICCAZIONE

  1. anticipare il più possibile la raccolta ed evitare la permanenza in campo della coltura troppo a lungo;
  2. evitare durante la raccolta di provocare rotture e lesioni ai tessuti vegetali, regolando la mietitrebbia;
  3. essiccare rapidamente dopo la raccolta.


TRASPORTO E STOCCAGGIO

  1. è importante durante queste fasi mantenere l’essiccamento delle piante;
  2. conservare le piante a bassa temperatura (6-8°C) e umidità (inferiore al 13%);
  3. effettuare trattamenti con prodotti fungostatici (es. propionato di sodio).


Se gli alimenti sono ACQUISTATI DALL’ESTERNO, in modo completo o anche solo complementare, è necessario:

  1. scegliere i fornitori che hanno uno standard qualitativo elevato;
  2. rifiutare partite non certificate;
  3. sottoporre l’alimento a rischio a controlli analitici, in collaborazione con le APA locali;
  4. pulire i silos di stoccaggio all’arrivo di ogni carico, effettuando anche trattamenti con prodotti fungostatici.


L’allevatore deve inoltre prestare particolare attenzione agli animali allevati, in modo da rilevare tempestivamente eventuali sintomi da contaminazione da micotossine.