Parassitismo

La presenza di parassiti è una condizione patologica costante in tutti gli allevamenti. Poiché non è possibile ottenere un gregge privo di parassiti, è necessario far sì che questi si mantengano ad un livello sufficientemente basso, in modo da non compromettere i risultati economici dell’allevamento.
Il rischio di parassitismo aumenta con l’aumentare del carico animale ed è pericoloso soprattutto per i soggetti giovani.

Parassitismo esterno

I parassiti esterni o ectoparassiti vivono sulla superficie esterna dell’ospite, solitamente sulla cute. I più comuni sono pidocchi e zecche.

Pidocchi
I più comuni che colpiscono la capra sono Damalina caprae (Mallofaga, pidocchio morsicatore) e Linognatus stenipis (Anoplura, pidocchio succhiatore).
Sintomi: intensa irritazione cutanea.
Trasmissione: per contatto diretto, più frequente nei mesi invernali con animali stabulati.
Trattamento: con insetticidi specifici (es. pietrine, esteri fosforici, derivati degli esteri fosforici), due trattamenti a distanza di 14 giorni, con spray o bagni.

Zecche
Possono causare irritazione locale, ma sono pericolose perché trasmettono malattie sostenute da protozoi e virus; possono inoltre provocare anemia. Le parti del corpo più colpite sono orecchie, testa e collo.

Parassitismo interno

I parassiti interni o endoparassiti vivono all’interno dell’ospite, nei tessuti e negli apparati.
Il parassitismo esterno è strettamente legato alle condizioni di allevamento, che possono favorirne o sfavorirne la comparsa, e alla ricettività del singolo soggetto.

PROFILASSI

Rappresenta un investimento importante, in quanto deve essere adottata sia sugli animali allevati sia sulle colture.

Sugli animali: trattamenti profilattici e/o terapeutici, in funzione

  • dell’età dell’animale
  • dello stadio fisiologico: nel periodo precedente il parto vi è un aumento dell’emissione delle uova da parte degli strongili intestinali e dei protostrongili; alcuni parassiti vengono trasmessi per via transplacentare o lattea.
  • Contro i protozoi si utilizzano tetracicline e sulfamidici, con terapia mirata verso lo specifico protozoo.
  • Contro gli elminti (vermi), esiste una gamma molto vasta di farmaci; quelli più moderni sono i derivati dell’avermectina (prodotti di fermentazione dello Streptomices avermitilis), che presentano uno ampio spettro d’azione verso diversi tipi di parassiti. Bisogna prestare attenzione però a non somministrare lo stesso antielmintico nei diversi trattamenti, per non provocare l’insorgenza di forme di resistenza.
  • Contro i miceti si usano farmaci sistemici se la micosi è diffusa (griseofulvina, nistatina, anfotericina), topici se è localizzata (acido undecilenico, propionico, caprilico, ossido giallo di mercurio, ioduro-mercurio, tintura di iodio, solfato di rame, salicilanilide).

Somministrando farmaci antiparassitari sugli animali è necessario:

  • evitare di trattare nei primi 2 mesi di gravidanza,
  • osservare il tempo di sospensione sia nel latte sia nella carne,
  • non trattare le capre se stanno allattando capretti da macello,
  • tenere gli animali in stalla per almeno 3-4 giorni dopo il trattamento per evitare di contaminare i pascoli con le larve dei parassiti,
  • dopo 3-4 dal trattamento, pulire la stalla ed effettuare una disinfestazione con calce o con Sali quaternari di ammonio.

Sulle colture: scelta di metodi colturali per la creazione di pascoli temporanei, che causano l’interruzione del ciclo parassitario; l’aratura è altamente consigliata per diminuire la densità dei molluschi terrestri.

Al fine di determinare quale tipo di parassita è presente nell’animale, è necessario effettuare degli esami, di tipo sierologico per individuare la presenza di protozoi o di tipo diretto su materiale fisiologico (feci, urina, sangue, tessuti) per evidenziare gli altri possibili parassiti.