Tipologie allevamento

Allevamento estensivo

È una tipologia molto diffusa nelle aree montane. Prevede una forma di allevamento delle capre pressoché semibrado, con ricovero dei soggetti d’inverno solo durante il periodo dei parti e dell’allattamento naturale dei capretti. Per il resto dell’anno le capre vengono lasciate libere al pascolo, in fondovalle in primavera e autunno e in alpeggio durante l’estate.

Il latte viene utilizzato solamente per l’allattamento dei capretti e l’unica fonte di reddito è la vendita della carne. E’ quindi un tipo di allevamento di capre da carne.

I costi di questo tipo di allevamento sono minimi, poiché l’alimentazione è basata sul pascolo ed è prevista un’integrazione di fieno e a volte mangime solo al parto, e anche la richiesta di manodopera è limitata. Questa forma non consente però la selezione delle capre in base alle loro caratteristiche produttive né un controllo delle monte, cosicché anche le capre giovani o non sufficientemente sviluppate possono essere coperte.

Le razze allevate secondo questa tipologia sono solitamente quelle autoctone, più rustiche e adattabili di quelle altamente selezionate, che vengono invece allevate in modo intensivo e il cui latte trasformato.

foto Mario Conti

Allevamento semi-estensivo

Anche questo tipo di allevamento delle capre è diffuso nelle aree montane ed è piuttosto simile a quello estensivo, se non per il diverso utilizzo del latte, che viene destinato alla caseificazione dopo lo svezzamento del capretto.

Le capre vengono stabulate durante tutto l’inverno e non solo durante i parti, in primavera ed autunno pascolano nei pressi della stalla utilizzando i prati-pascoli o in forme di pascolo guidato, mentre durante l’estate sono in alpeggio. Dopo lo svezzamento dei capretti, il latte, solitamente munto a mano, viene caseificato.

Rispetto alla tipologia precedente, i costi di gestione sono maggiori, per l’attività di mungitura e caseificazione, ma il ritorno economico è senz’altro superiore.

Le razze caprine allevate in questa forma sono solitamente quelle autoctone.

foto Andrea Angelini

Allevamento intensivo

È un tipo di allevamento caprino non tradizionale, ma che negli ultimi anni si è diffuso soprattutto nelle aree di pianura e fondovalle; la principale produzione è il latte. E’ quindi l’allevamento di capre da latte per eccellenza.

Gli animali sono allevati in aziende moderne e di grandi dimensioni, in stabulazione libera. I capretti sono allattati con alimenti sostitutivi al latte materno (latte artificiale), mentre le capre sono munte solo per la produzione di latte, destinato alla caseificazione. La mungitura avviene in sala mungitura, che presenta dimensioni variabili a seconda del numero di capi allevati, e le capre sono munte di solito da febbraio a ottobre-novembre. L’alimentazione è studiata sulla base dei fabbisogni giornalieri degli animali, a seconda dei diversi stadi fisiologici, ed è impiegata una buona quantità di mangime, soprattutto durante la lattazione.

Le razze allevate secondo questa tipologia sono per lo più la Saanen e la Camosciata delle Alpi, altamente selezionate per la produzione di latte.

Allevamento semi-intensivo

Si differenzia da quello intensivo in quanto il pascolo ricopre un ruolo fondamentale nell’alimentazione delle capre. A parte il periodo di stabulazione invernale, per il resto dell’anno le capre vengono condotte al pascolo, che viene gestito in modo razionale utilizzando la forma del pascolo turnato, e ricevono poi un’integrazione alimentare in stalla, comunque limitata. In questo modo si ottiene una sostanziale riduzione dei costi di alimentazione e lo sfruttamento di aree difficilmente utilizzabili per la produzione di fieno.

I capretti vengono allattati artificialmente e il latte prodotto destinato alla caseificazione.
Le razze utilizzate sono solitamente quelle selezionate per la produzione di latte (Saanen e la Camosciata delle Alpi), ma anche razze autoctone con una buona produttività.

foto Stefano Giovenzana