Paratubercolosi

Malattia infettiva che colpisce tutti i ruminanti, domestici e selvatici, causata da Mycobacterium avium subsp. paratuberculosis (MAP), caratterizzata da enterite cronica incurabile.
MAP si moltiplica solo nell’organismo degli animali e non nell’ambiente. Nel letame e nell’acqua stagnante può resistere diversi mesi, vivo e vitale.

Gli animali giovani sono più sensibili all’infezione.
I capretti neonati si infettano per via orale attraverso l’ingestione di:

  • Feci –> Contaminate da MAP
  • Colostro –> Contaminato da MAP
  • Latte –> Contaminato da MAP

Anche se l’infezione avviene più frequentemente nelle prime settimane di vita, i sintomi compaiono in animali di almeno uno-due anni di età.
Il sintomo più frequente è il progressivo dimagramento, mentre la diarrea è sporadica.
I segni clinici non sono caratteristici, per cui è necessaria la diagnosi di laboratorio per differenziare la malattia rispetto a patologia croniche debilitanti quali:

  • Parassitosi
  • Linfoadenite caseosa
  • Artrite encefalite (CAEV)
  • Patologie dentarie, malnutrizione

Gli animali infetti, anche senza sintomi apparenti, possono eliminare notevoli quantità di MAP con le feci

LESIONI

L’organo bersaglio dell’infezione è l’intestino, dove MAP provoca un ispessimento della parete, con riduzione dell’assorbimento di sostanze nutritive e conseguente dimagramento.
I linfonodi meseraici sono aumentati di volume e possono presentare lesioni granulomatose, talvolta calcificate.

DIFFUSIONE

La paratubercolosi caprina è diffusa in tutto il mondo.
In Europa e in Italia si stima che sia infetto oltre il 20% degli allevamenti caprini.
In numerosi Stati dell’Unione Europea sono attivi piani di controllo, generalmente volontari, a livello nazionale o regionale.

PERDITE ECONOMICHE

  • Riduzione della produzione di latte
  • Peggioramento dell’indice di conversione degli alimenti
  • Aumento della quota di riforma e accorciamento della vita produttiva
  • Perdita di valore della carcassa al macello
  • Minor valore commerciale degli animali infetti e dell’intera mandria
  • Aumento di patologie concomitanti e infertilità
  • Costi per piani di controllo (diagnosi e misure di biosicurezza)

BIOSICUREZZA IN AZIENDA: COME DIFENDERE L’ALLEVAMENTO

INTRODUZIONE DI NUOVI ANIMALI E CONTATTI

  • Preferire la rimonta interna (anche per i maschi); se questo non è possibile, rivolgersi ad allevamenti completamente negativi (tutti i capi testati nell’ultimo anno) e con un buon livello di biosicurezza
  • Non acquistare MAI soggetti positivi ai test
  • Se si decide di testare gli animali introdotti, isolare i soggetti testati almeno fino al risultato del test e ripetere il test l’anno successivo
  • Valutare il rischio di contagio da parte di altre specie ruminanti domestiche (bovini, ovini) o selvatiche, gestendo il pascolo ed evitando l’allevamento promiscuo

GESTIONE DEL PARTO

  • Utilizzare aree separate per il parto delle capre positive e negative ai test
  • Mantenere l’isolamento degli animali positivi per tutta la stagione dei parti
  • Garantire uno spazio di dimensioni adeguate (almeno 1,5 m2 /capo) e una buona igiene della lettiera, da rinnovare dopo ogni parto
  • Isolare immediatamente il capretto dalla madre alla nascita

GESTIONE DEI CAPRETTI

  • Allevare i capretti in un ambiente separato, pulito, asciutto
  • Evitare il contatto diretto ed indiretto dei capretti con adulti e loro feci (capretteria separata dal box adulti)
  • Evitare la contaminazione fecale di alimenti ed acqua
  • Pulire a fondo e asciugare mammella e capezzoli al momento della raccolta del colostro
  • Utilizzare il colostro di un’unica capra negativa per ogni capretto da rimonta, evitando l’utilizzo di pool di colostro di più animali
  • Non utilizzare colostro di altre specie (bovino) di allevamenti positivi o di stato sanitario sconosciuto
  • Pastorizzare il latte per l’alimentazione dei capretti

GESTIONE DELLA RIMONTA

  • Suddividere gli animali per gruppi omogenei di età
  • Evitare il contatto diretto ed indiretto con adulti e loro feci
  • Non alimentare la rimonta con residui di mangiatoia di adulti

GESTIONE DELLE CAPRE ADULTE

  • Effettuare test diagnostici periodici, utilizzando l’esito per la gestione degli animali
  • Separare in un box dedicato gli animali positivi ai test, in attesa della loro riforma, da realizzare prima possibile
  • Riformare immediatamente gli animali con forma clinica
  • Identificare le figlie delle capre positive ai test, gestendole come infette
  • Curare l’igiene degli abbeveratoi e dell’ambiente

ULTERIORI MISURE DI BIOCONTENIMENTO

  • Evitare la somministrazione di foraggi su cui sia stato fatto spandimento di liquame e letame
  • Impiegare attrezzature differenti per la pulizia degli ambienti e per la somministrazione di alimenti
  • Nella pulizia degli ambienti, considerare il rischio di infezione (pulire prima i box degli animali giovani, per ultimi quelli degli animali adulti e dei positivi)
  • Evitare ristagni di acqua, urine e liquami
  • Utilizzare modalità di somministrazione degli alimenti (mangiatoie) che evitino la contaminazione con feci e terreno
  • Garantire un elevato livello di igiene della mungitura per ridurre il rischio di contaminazione del latte

TEST DIAGNOSTICI

La sensibilità ai test è generalmente molto bassa prima di 1 anno di età.
Gli animali giovani risultano negativi ai test anche quando sono infetti

COME CAPIRE SE HO IL PROBLEMA IN ALLEVAMENTO

  • In caso di sintomi sospetti, prelevare feci e sangue del capo colpito per i test di laboratorio
  • In assenza di sintomi, prelevare (per il test sierologico) il sangue di:
    • un campione mirato di animali del gruppo (es.: anziani, peggior stato di nutrizione, acquistati)
    • tutti i riproduttori maschi
    • un campione significativo di animali di età superiore a 12 mesi
    • tutti i capi, in caso di allevamento di piccole dimensioni (< 50 capi)
  • Confermare la diagnosi con un test diretto sulle feci dei capi positivi al test sierologico (almeno alla prima indagine)
  • Prelevare (per la diagnosi diretta) campioni di feci ambientali dalle zone di maggior passaggio in diversi punti dell’allevamento (in alternativa pool di feci di diversi animali)

COSA FARE SE LA DIAGNOSI É CONFERMATA

Concordare con il veterinario aziendale:

  • un programma diagnostico da applicare regolarmente
  • un piano di gestione sanitaria da rivalutare periodicamente