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LA CRIOBANCA DELLE RAZZE CAPRINE AUTOCTONE

Intervista

Grazie ad un’interessantissima intervista con la Dott.ssa Flavia Pizzi e la Dott.ssa Federica Turri, vi portiamo alla scoperta della Criobanca del Germoplasma Animale del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche – Dipartimento Bio Agroalimentare) – IBBA (Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria).
Se non sapete di cosa stiamo parlando, leggendo queste righe scoprirete un mondo poco conosciuto ma essenziale per le nostre razze autoctone caprine!

Cos’è una Criobanca del germoplasma animale e da chi viene gestita?
Federica “È una struttura deputata alla conservazione in azoto liquido (-196°C) di materiale biologico animale di diversa natura (spermatozoi, oociti, embrioni, sangue e DNA) raccolto da razze autoctone italiane di interesse zootecnico, che viene conservato a scopo di riserva genetica”.
La finalità di questa struttura e di tutto il lavoro è quella di costituire un backup genetico utile nel caso in cui ci siano gravi problemi (es. emergenze sanitarie che prevedono l’abbattimento degli animali, eccessiva consanguineità) che potrebbero compromettere l’esistenza di una razza; tutto questo per aiutare il mantenimento della biodiversità e quindi la presenza sul nostro territorio delle razze autoctone!

Gli obiettivi principali della Criobanca sono i seguenti:

  • preservare in modo efficiente nel tempo la diversità genetica degli animali delle razze locali;
  • avere del materiale genetico per ricostituire la razza in caso di riduzione numerica dovuta ad evento avverso;
  • supportare la popolazione esistente costituendo una riserva genetica;
  • creare nuove linee o nuove razze in funzione degli obiettivi di conservazione
  • rendere disponibile del materiale genetico a scopo di ricerca.

La Criobanca è stata fondata nel 2000 quando l’IBBA ha partecipato ad un progetto europeo per la creazione delle banche nazionali delle risorse suine europee. Da quel momento l’Istituto ha iniziato a raccogliere materiale genetico, dapprima solo di suini ma successivamente anche di altre specie.
Proprio in questi giorni sulla pagina web https://www.politicheagricole.it/agrobiodiversita/rete del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste è stato pubblicato il decreto che iscrive la Criobanca del Germoplasma Animale creata dall’Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IBBA-CNR) in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Veterinaria (DiMeVet) dell’Università degli Studi di Milano (DiMeVet-UNIMI) alla Rete nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare.

Oggi per la Criobanca lavorano diversi ricercatori, in stretta collaborazione con il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano, ognuno dei quali con un compito specifico:

  • Dott.ssa Flavia Pizzi e Dott.ssa Federica Turri: responsabili e coordinatrici della Criobanca
  • Prof. Gandini, Dott.ssa Alessandra Stella e Dott. Stefano Biffani: scelta dei riproduttori e bioinformatica.

I campioni della criobanca sono stati utilizzati in studi volti a descrivere al meglio le razze locali. In queste attività hanno partecipato:

  • Dott. Emanuele Capra: biologia molecolare applicata alla riproduzione
  • Dott.ssa Bianca Castiglioni e Dott.ssa Paola Cremonesi: qualità dei prodotti di origine animale.

Flavia “Il nostro lavoro e le nostre risorse dipendono totalmente da finanziamenti pubblici; per ottenerli partecipiamo a bandi, PSR, progetti nazionali o europei. I privati, cioè gli allevatori, svolgono comunque un ruolo fondamentale perché senza di loro non avremmo il materiale genetico per ampliare e mantenere la Criobanca!”.

La Criobanca si trova a Lodi presso la sede dell’IBBA ma come richiesto dalle linee guida della FAO ha anche un sito secondario, appena allestito presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Lodi.
La presenza di due siti e quindi la suddivisione del materiale genetico di ogni singolo riproduttore in due differenti bidoni dell’azoto, permette di non perdere alcun tipo di materiale genetico in caso calamità, danni o carenza di azoto liquido nel bidone. 
Per evitare qualsiasi tipo di problema, ogni bidone è allarmato. Sono presenti delle sonde che rilevano la temperatura e inviano degli alert appena queste subiscono delle variazioni, in modo tale che gli operatori possano intervenire per tempo e mettere in sicurezza il materiale.

Quali e quante razze sono presenti nella Criobanca?
Federica “Ad oggi custodiamo materiale genetico di 5 razze bovine (Varzese, Burlina, Modenese-Val Padana, Sarda e Sardo-Bruna), 7 razze caprine (Frisa, Garganica, Nicastrese, Orobica, Nera di Verzasca, Rossa Mediterranea, Ionica), 7 razze ovine (Brianzola, Ciuta, Comisana, Gentile di Puglia, Massese, Ovino delle Langhe, Leccese) e 5 razze suine (Casertana, Cinta Senese, Mora Romagnola, Nero delle Alpi, Nero Siciliano). La Criobanca è in costante aggiornamento ed espansione sia in termini di nuove razze che di riproduttori coinvolti; le prossime razze che verranno coinvolte in questa conservazione genetica sono la razza caprina Bionda dell’Adamello e diverse razze bovine da carne (Calvana, Mucca Pisana, Pontremolese, Sardo Modicana,).
Attualmente nella “Criobanca del Germoplasma Animale – IBBA-CNR” è stoccato materiale genetico di razze bovine, ovi-caprine suine italiane per un totale di circa 25.600 dosi di materiale seminale raccolto da 269 donatori. In particolare vengono custodite circa 2.300 dosi raccolte da 110 riproduttori della specie caprina e circa 1.800 dosi raccolte da 77 riproduttori della specie ovina.

Dove avviene il prelievo del seme e quali riproduttori vengono scelti?
Il seme degli ovi-caprini viene raccolto in stalla o durante le fiere di settore, dove in contemporanea si trovano molti riproduttori e allevatori.
Durante le fiere, come ci racconta Federica, si lavora molto bene perché ci sono tanti allevatori partecipi e disponibili ad arricchire la Criobanca con il materiale genetico dei propri riproduttori. Si rendono quindi disponibili a far saltare i propri becchi (grazie alla presenza di capre sincronizzate per il calore); Data l’esperienza in questo settore da diversi anni è stato predisposto un piccolo laboratorio mobile dove troviamo vagine artificiali, un piccolo microscopio, provette e attrezzature varie, che permettono di prelevare, valutare e conservare subito in modo ottimale il seme appena raccolto.
Tendenzialmente vengono scelti i riproduttori iscritti alla sezione principale o secondaria del Registro Anagrafico e viene anche fatta una valutazione sanitaria, soprattutto per valutare che non ci sia la presenza di patologie abortigene.
Una volta che il seme è stato raccolto, viene fatta una prima osservazione in campo, mentre in laboratorio verranno fatte poi tutte le valutazioni puntuali come: rilevazione della motilità degli spermatozoi e di tutti i parametri cinetici con software specifici, la concentrazione e la vitalità del seme. Molta attenzione viene posta anche alla resistenza del seme al congelamento.
Fulcro fondamentale di tutto il lavoro sono gli allevatori, i quali non solo mettono a disposizione i loro animali ma fanno anche da memoria storica, permettendo di ricostruire le parentele tra gli animali e i trascorsi riproduttivi di ogni singolo animale.
Per ringraziarli e ricompensarli viene sempre fatta una foto con il loro riproduttore e gli viene consegnata una targa di riconoscimento e ringraziamento! Inoltre vengono date ai rispettivi allevatori indicazioni sullo stato sanitario del riproduttore e sulla qualità del materiale seminale raccolto.

Come fate a classificare e organizzare tutto il materiale che conservate?
Flavia “Ad oggi abbiamo attivi 10 bidoni dell’azoto, all’interno di ogni bidone ci sono 10 cestelli suddivisi in due piani, per una capienza totale di 3500 paillettes per bidone. L’organizzazione interna dei bidoni e gli spostamenti delle singole paillettes vengono tracciati grazie a un software che si chiama CryoWEB. Per ogni donatore abbiamo una scheda descrittiva con foto, nella quale vengono indicati alcuni dati come la localizzazione dell’allevamento, la situazione sanitaria, la quantità e qualità del seme conservato.
Dobbiamo sottolineare che oltre alla conservazione del seme, per ogni singolo donatore conserviamo anche una provetta di sangue per eventuale estrazione del DNA o ricerche”.

Progetti futuri legati alla Criobanca?
• La Criobanca di recente è stata riconosciuta e aderisce alla Rete Nazionale della Biodiversità di interesse agricolo e alimentare (Decreto n.10400 del 2018), per tre motivi principali:
1) contribuire in modo più efficiente al programma nazionale di tutela e di valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare.
2) dare un maggiore riconoscimento agli allevatori che hanno contribuito a creare la collezione esistente.
3) fare partecipare la Criobanca alla rete europea della FAO/ERFP EUGENA) https://www.eugena-erfp.net/en/ .
• È in fase di riconoscimento da parte dell’Agenzie di Tutela della Salute ATS come recapito di materiale seminale.
• Su richiesta degli allevatori partirà il progetto BIO4VERBA “Salvaguardare la biodiversità delle razze caprine locali Verzaschese e Bionda dell’Adamello: valorizzazione delle loro produzioni e creazione della riserva genetica ex-situ” – BIO4VerBa – presentato ai sensi dell’operazione 10.2.01 del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Lombardia.

Il sogno più grande di Flavia e Federica, che con grande competenza portano avanti la Criobanca, è quello di promuovere, in collaborazione con le varie associazione di razza, ASSONAPA, ANAS e AIA lo sviluppo di una Criobanca Nazionale delle risorse genetiche animali.

Un grazie a Flavia e Federica per questa intervista e per l’immensa passione che mettono nel loro lavoro!