L’integrazione alimentare

Le risorse foraggere di un pascolo non sono in genere sufficienti a coprire i fabbisogni alimentari delle capre nei diversi stadi fisiologici durante tutto l’anno. Per questo motivo è necessario prevedere un’integrazione alimentare con foraggi e/o concentrati sulla base degli apporti del pascolo e dei fabbisogni degli animali.

In generale, l’integrazione è richiesta soprattutto in autunno e inverno, periodi di scarsa disponibilità alimentare, durante i quali le capre possono sviluppare comportamenti dannosi come lo scortecciamento delle piante o l’accanimento su viti o alberi da frutto.

L’alimentazione in stalla in questo periodo, corrispondente a fine gravidanza e inizio lattazione, è basata tradizionalmente sul fieno che, anche se di buona qualità, risulta povero in carboidrati, prima fonte di energia.

Accanto al fieno, quindi, è necessario utilizzare un alimento più energetico e la soluzione più semplice ed economica risulta l’impiego della GRANELLA DI MAIS, che consente di migliorare l’equilibrio alimentare evitando un eccessivo utilizzo da parte della capra delle proprie risorse energetiche, accumulate durante i periodi di buona disponibilità di alimenti, e riducendo il rischio di chetosi o tossiemia gravidica (vedi sezione patologie).

A partire dall’ultima fase di gravidanza fino alle prime settimane di lattazione, si consiglia di somministrare almeno 200 g di granella di mais/capo/giorno, fino ad un massimo di 400 g/capo/giorno.

Visto il costo ridotto di questo alimento, è possibile prolungarne la somministrazione fino a metà marzo.

Questa integrazione permette di ottenere una maggiore quantità di latte prodotto e una sua più alta qualità e consente alla capra di svezzare il capretto, senza dover ricorrere ad integrazioni di latte in polvere, alimento molto costoso.

L’alternativa alla granella di mais sono i mangimi commerciali (o alimenti concentrati) a base di cereali, che sono però piuttosto costosi e non specifici per le esigenze delle capre allevate in modo estensivo.

foto Guido Tallone