Tecniche di pascolo

Utilizzando il pascolo come pratica aziendale, ci si scontra con una disponibilità delle diverse specie vegetali variabile nell’arco delle stagioni. È necessario quindi mettere in atto tecniche di pascolamento al fine di evitare periodi di scarsa disponibilità vegetale, che richiederebbero un maggior investimento economico in risorse alimentari da somministrare in stalla.

Con confinamento 

Pascolo continuo: gli animali utilizzano l’erba del pascolo in modo continuativo, quindi la vegetazione non ha periodi di crescita indisturbata. Riduce le esigenze di manodopera, ma riduce anche il buon utilizzo del pascolo; la disponibilità quali-quantitativa del foraggio non è costante e ci sono ridotte possibilità di sfalcio.

Pascolo turnato: le capre utilizzano la stessa parcella per alcuni giorni e dopo un certo intervallo di tempo (turno) vi ritornano. Richiede la suddivisione del pascolo in parcelle e una valutazione attenta delle superfici e dei turni.

Pascolo razionato: le capre utilizzano ogni giorno più parcelle di ridotte dimensioni. Richiede un elevato impiego di manodopera, ma consente correzioni e adeguamenti.

Senza confinamento 

Pascolo libero: le capre possono muoversi liberamente e senza controllo durante le ore di permanenza al pascolo. È applicabile quando esistono ampie superfici su pascoli magri di montagna.

Pascolo brado: le capre permangono per lunghi periodi dell’anno su ampie superfici di pascoli magri e incolti, controllate saltuariamente dai pastori. Implica asciutta precoce e allevamento destinato alla sola produzione del capretto.

Pascolo guidato: il pastore accompagna costantemente il gregge lungo un circuito. Questa tipologia implica forte impegno di tempo, ma può consentire un’elevata ingestione. Il CIRCUITO DI PASCOLO è costituito da una sequenza di aree con diversi gradi di appetibilità e disponibilità alimentare, allo scopo di incrementare l’ingestione e di sfruttare anche le zone con essenze abbondanti ma poco appetite. All’inizio del circuito, con capre molto affamate, si utilizzano zone con alimenti poco appetiti ma abbondanti, in modo da ridurre il forte appetito del gregge; poi ci si sposta su zone con bassa disponibilità ma elevata appetibilità e successivamente su zone con media disponibilità e appetibilità, dove le capre faranno il loro pasto principale. Infine si possono scegliere zone con alta o media appetibilità in modo da concludere il circuito. Questo può essere attuato mediante l’utilizzo di recinzioni mobili e blocchi di sali minerali che stimolano gli animali a passare in determinate zone.

Nonostante durante le ore di buio l’attività di pascolamento si riduce molto, d’estate è consigliabile effettuare il pascolo notturno, in quanto la temperatura diurna non invoglia gli animali ad alimentarsi.
Nel sud Italia è piuttosto diffusa la pratica del pascolo misto o in successione, in cui specie con esigenze alimentari diverse vengono fatte pascolare sulla stessa area in successione, in modo da sfruttare al meglio la varietà di specie vegetali presenti.

Capre dell’Aspromonte al pascolo – foto di Floro De Nardo