Aziende Visitate

Azienda Agricola Il Girasole (TO)

Capre.it in visita all’Azienda Il Girasole di Alpignano (TO)

Via Valdellatorre 206
10091 Alpignano (TO)
Tel: 348/8934210, 011/9664270

Arrivo all’Azienda Agricola “Il Girasole” attraversando il centro di Alpignano e proseguendo lungo una strada in salita, circondata dai prati. Ad accogliermi due simpatici esemplari di pastore australiano che hanno subito avvisato i proprietari del mio arrivo.
Dal 2008, la famiglia Trevisan alleva capre di razza Saanen e trasforma il latte nel piccolo caseificio, per poi commercializzarlo nella rivendita ricavata all’interno dell’azienda. Una strada taglia in due la tenuta. Da una parte c’è una stalla con le capre in lattazione e le destagionalizzate, dall’altra le più giovani e le caprette. Enzo mi viene incontro col figlio Silvio, che si occupa assieme a lui degli animali, per portarmi a visitare le stalle. Nella prima, che ospita una novantina di capi, vengo accolta da un gruppetto di capre festose; sono vivaci e curiosissime.

Enzo mi racconta che un po’ di anni fa prese in affitto il locale in cui ci troviamo ora, a quei tempi una stalla malandata e abbandonata, circondata da campi annessi alla tenuta, che era stata utilizzata per l’allevamento dei bovini. Persino le rondini se ne erano volate via, mi racconta Enzo. Dopo la ristrutturazione, la stalla è tornata al suo antico splendore e le rondini sono ricomparse per dare una mano a tener lontano le fastidiose mosche.


ALIMENTAZIONE

Essendo molto interessata agli aspetti nutrizionali, chiedo ad Enzo che tipo di alimentazione somministra alle capre in lattazione. Il fabbisogno giornaliero viene soddisfatto con 1/1,2 kg di mangime, che può variare in funzione del periodo produttivo, a cui si aggiunge la somministrazione di fieno ad libitum, per un consumo massimo di circa 1,8 kg al giorno. Si arriva così a un totale di 3 kg di tal quale, il che vuol dire 2,6/2,7 di sostanza secca al giorno pro capite. Il fieno è autoprodotto e, in misura minore, anche l’erba medica.
In queste prime giornate di primavera il caldo inizia a farsi sentire e l’allevatore vorrebbe diminuire un po’ la proteina, passare dal 20% al 18%, in accordo con il veterinario aziendale (dott. Francesco Tiezzi), anche per evitare eventuali mastiti.

L’allevamento è di tipo intensivo, ma siccome lo spazio fuori non manca, Enzo sta pensando di costruire un paddock esterno per portare fuori le capre. Gli piacerebbe anche riuscire a farle pascolare un po’, ma ciò che lo preoccupa è la mancanza di tempo, anche se indubbiamente sarebbe ripagato da un miglioramento del benessere animale e da una lettiera più pulita.


GESTIONE SANITARIA

In questo allevamento la pulizia generale aiuta gli animali a mantenersi sani e fino ad ora non si sono registrati problemi sanitari gravi. Quella di Enzo è un’azienda che lavora molto sulla prevenzione sanitaria, grazie all’utilizzo di vaccini, a volte anche stabulogeni. L’allevatore ricorre ovviamente anche all’utilizzo del farmaco per la cura della singola patologia, ma i casi sono rari e si verificano soprattutto quando l’umidità nell’aria aumenta, oppure in presenza di notevoli sbalzi termici. Una caratteristica che gioca a favore della sanità di questa stalla è la biosicurezza: Enzo non introduce animali da altri allevamenti, non ricorre alla fecondazione artificiale e, se acquista becchi da rimonta, è solo in caso di necessità, ogni due o tre anni. La gestione della stalla, per quanto possibile, è compiuta direttamente in campo, l’analisi coprologica direttamente in stalla, grazie al mini-FLOTAC, proveniente dalla Facoltà di Medicina Veterinaria di Napoli, così come la valutazione del colostro; le analisi specialistiche, invece, sono affidate a laboratori esterni.

L’allevatore presta particolare attenzione al benessere animale cercando di rispettare gli spazi vitali, dando la priorità agli indicatori diretti di benessere, cercando di assecondare le esigenze del singolo animale piuttosto che applicare pedestremente le regole generali.


RIPRODUZIONE

A fianco delle capre in stagione ci sono le destagionalizzate. Normalmente le capre manifestano il calore all’accorciarsi delle giornate. Una volta ingravidate, partoriscono verso gennaio/marzo, con lattazioni che durano tutta la primavera e l’estate, e che si interrompono all’avvicinarsi dell’inverno. Siccome, però, l’azienda agricola non può rimanere senza prodotto trasformato e la richiesta di latte è superiore durante i mesi invernali, si destagionalizzano un gruppo di capre, maschi e femmine, ricorrendo ad un protocollo misto, agendo cioè sulla luminosità e attraverso farmaci.

Indubbiamente la destagionalizzazione ha i suoi vantaggi, innanzi tutto quello di avere a disposizione latte di capra durante tutto l’anno, inoltre, la possibilità di avere un prodotto sempre costante nel tempo in termini di qualità e proprietà organolettiche. Ciò è possibile perché, fisiologicamente, a fine lattazione, gli animali tendono a produrre un latte di minor qualità, in termini di proteine e grasso, con un incremento di urea e l’aumento delle cellule somatiche, mentre ad inizio lattazione avviene il contrario. Mescolando il prodotto dei due gruppi, si ottiene un prodotto finale che permette la compensazione delle caratteristiche opposte.


RIMONTE

Accanto alle capre in lattazione, c’è la capretteria con i capretti di poche settimane di età. L’allevatore ha deciso di tenere questi due recinti adiacenti principalmente per motivi logistici. Poiché passa molto tempo della sua giornata nella sala lattazione, ha la possibilità di avere sempre sotto controllo anche i giovani capretti. I piccoli sono allattati dalla madre da un minimo di 5 giorni ad un massimo di 10 giorni, dopo di che sono alimentati con latte in polvere, attraverso un’allattatrice. Quando sono svezzati dal latte, vengono trasferiti nelle stalle che si trovano nella parte inferiore dell’allevamento, oltre la strada, dove si trova anche il caseificio. I capretti maschi sono venduti per la carne, ma purtroppo il loro valore economico in questi ultimi 30 anni è diminuito notevolmente e l’allevatore mi confessa che in questo settore si ha poco ricavo. Nella stalla accanto al caseificio, oltre ai capretti svezzati, ci sono le caprette di un anno, assieme ad alcuni becchi. Qui hanno a disposizione un vasto recinto all’aperto e uno spazio al coperto dove possono trovare riparo dalle intemperie. Al raggiungimento del primo anno di età e del peso corporeo di 35 kg, le capre vengono ingravidate.


CASEIFICIO

Nel frattempo, siamo raggiunti dalla moglie di Enzo, Marina, che ci accompagna all’interno del piccolo caseificio, gestito da lei e dai figli.
Marina mi mostra i locali in cui produce il formaggio e la bella esposizione dei loro prodotti: formaggi freschi, tra cui tomini, robiola, primo sale e alcune tomette aromatizzate al peperoncino, origano, timo ecc…A questi si aggiungono gli stagionati, che riposano nella stanza di stagionatura accanto alla rivendita. Troviamo la Toma del Musiné, il Verde crava e il Girasole. Non finisce qui. Marina mi fa assaggiare il loro ottimo yogurt e il magnifico gelato prodotto con latte di capra. Oltre che nella rivendita, l’azienda “Girasole” posiziona i propri prodotti nei mercati di Campagna Amica, fornisce alcuni ristoranti e altri negozi in valle e montagna.

Enzo e Marina non mi nascondono che allevare capre e produrre formaggio non è una passeggiata. E’ un lavoro duro che comporta anche rischi. Tuttavia, nella loro cura degli animali e del prodotto trasformato traspare una passione capace di superare tutte le difficoltà, ma soprattutto, si percepisce un grande rispetto per gli animali.

Dott.ssa Fulvia Troja