Digeribilità degli alimenti e capacità di ingestione

La DIGERIBILITÀ è la quantità di alimento non escreta con le feci, ma resa disponibile all’assorbimento da parte dell’animale. La stima della digeribilità di un alimento è importante per conoscere il suo valore nutritivo.
La capra è, tra gli animali domestici, la migliore utilizzatrice delle essenze legnose, quali alberi e arbusti, e dei foraggi ricchi in fibra o poveri in azoto. Questo grazie alla notevole presenza di batteri ruminali, che assicurano una buona attività fermentativa e una elevata produzione di ammoniaca, che trasformata in urea dal fegato, torna poi in parte nel rumine. Questo processo di riciclaggio delle sostanze azotate, molto efficiente nella capra, fa sì che questo ruminante possa alimentarsi senza problemi anche con alimenti poveri in proteine.

La digeribilità di un alimento non è costante, ma varia a seconda di:

stadio vegetativo: solitamente maggiori contenuti in fibra diminuiscono la digeribilità, mentre quelli in proteina la migliorano;

tipo di trattamento che ha subito: la fioccatura dei cereali, il trattamento termico dei semi di leguminose e la trinciatura dei foraggi migliorano la digeribilità, sempre che non ne venga ridotta l’appetibilità;

altri alimenti con cui è associato nella razione: l’aggiunta di quantità limitate di concentrato aumenta la digeribilità del foraggio, mentre dosi elevate di alimento concentrato, soprattutto se ricco di zuccheri fermentescibili, la peggiorano.

In caso di alimentazione al pascolo, fattori sfavorevoli quali essenze non gradite, condizioni climatiche avverse o eccessivo carico di pascolo, hanno effetto negativo sia sull’ingestione di sostanza secca sia sulla digeribilità.

La CAPACITÀ DI INGESTIONE è uno dei fattori principali da considerare nel momento in cui si prepara una razione. Essa è influenzata dalla capacità ruminale, dallo stadio fisiologico dell’animale, dai fabbisogni nutritivi, dalle caratteristiche dell’alimento.

In relazione allo stadio fisiologico, l’ingestione segue questa tendenza: aumenta verso il 4° mese di gestazione, fino a una settimana dal parto; nelle due settimane a cavallo del parto, essa si riduce notevolmente, poi aumenta di nuovo fino a raggiungere il massimo a un mese dal parto; durante la lattazione diminuisce gradualmente fino all’asciutta.

Per gli animali al pascolo, bisogna considerare anche le condizioni atmosferiche che, se avverse (caldo eccessivo, presenza di brina sulle piante, pioggia), causano riduzione dell’ingestione.

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