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Azienda Agricola F.lli Sirigu (SU)

Una storia che racchiude l’essenza dell’essere allevatore, che fa capire quanto la passione, più che il ritorno economico, spingano a continuare con questa vita.

Una storia raccontata da un ragazzo che sta attraversando un momento difficile ma che, nonostante tutto, trova nell’amore per le sue capre la voglia e la forza di andare avanti.

Una storia che abbiamo conosciuto grazie al Gruppo Fb di Capre.it e che vogliamo far conoscere a tutti voi.

Contattiamo Mattia e nel giro di pochi giorni fissiamo la data dell’intervista.
Intervista che ovviamente per motivi di distanza ma soprattutto per motivi sanitari avviene online.

L’azienda che vogliamo farvi conoscere oggi, si trova a Senorbì (SU) ed è l’Azienda Agricola F.lli Sirigu, o meglio conosciuta come “Fareta”.
Mattia ci racconta che lui è la terza generazione di allevatori, il nonno e il papà hanno fatto crescere l’azienda portandola oggi ad avere 1000 pecore, circa 400 capre oltre che bovini e 80 Ha di terra tra pascolo e seminativi.

Il ruolo di Mattia in azienda, oltre che occuparsi della campagna, è quello di gestire le sue 90 capre (tutte le altre sono dello zio) di razza Camosciata.

Gestione allevamento
Le capre sono allevate in stalla per la maggior parte del tempo, mentre sono lasciate libere di pascolare 2 ore al giorno. Il pascolo avviene su terreni in prossimità della stalla, seminati con un miscuglio di sulla, trifoglio e orzo.

Gli animali sono allevati in stagione con i parti concentrati a fine inverno, momento in cui inizia la lattazione che verrà portata avanti per 10 mesi.
Nel 2020, per la prima volta, Mattia ha deciso di praticare l’inseminazione artificiale con seme francese su 14 capre, 11 delle quali sono rimaste gravide, mentre su tutto il resto del gregge ha continuato ad eseguire la monta naturale con i becchi allevati in azienda.

Per controllare i livelli produttivi e qualitativi del latte, la stalla è iscritta ai controlli funzionali, oltre che eseguire routinarie analisi del latte di massa.
Mattia si dice soddisfatto della sua produzione che si attesta mediamente sui 3,5 L/g con picchi a 4 L/g e dall’ultima analisi eseguita, valori di 4,37% di grasso e 3,40% di proteine.

A livello sanitario tutte le capre sono esenti CAEV, oltre che controllate per verificare la presenza della Paratubercolosi e vaccinate contro la Salmonella.

Ci puoi spiegare la razione che somministri ai tuoi animali?

Mattia: “La razione per le capre in lattazione è molto semplice perché fornisco un mangime al 18% di proteina con quantitativi variabili tra 0,8-1,5 kg/gg a seconda del momento della lattazione. Come foraggio in stalla somministro circa 1,5 kg di fieno di 1° taglio che contiene graminacee e leguminose e poi 2 ore al giorno lascio gli animali al pascolo per una piccola integrazione con foraggio verde. Avendo tanta terra abbiamo la fortuna di essere autosufficienti per quanto riguarda il foraggio e di dover acquistare solo i concentrati.
Per quanto riguarda invece le rimonte seguo questa procedura: per i primi 50 giorni lascio per tutto il giorno i capretti insieme alle mamme, il periodo compreso tra i 50 e i 70 giorni di vita separo i capretti dalle mamme durante la notte e inizio a somministrare a volontà il mangime pre-svezzamento, lasciando a disposizione la paglia. A 90 giorni introducono lo stesso mangime che fornisco alle capre adulte e a 150 giorni inizio anche la somministrazione dell’erba medica.
I primi 70 giorni di lattazione, mungo poco latte (1-1,5L/giorno) perché buona parte viene consumato dai capretti, ma nonostante questo sono contento perché non acquisto il latte in polvere e vedo le mie rimonte crescere bene!”

Avendo così tanti animali a livello strutturale come siete organizzati?

Mattia: “In totale abbiamo 12 capannoni, uno occupato dalle mie capre. Forse una particolarità interessante è che pecore e capre condividono la stessa sala di mungitura, una 48 poste con 24 gruppi. Pecore e capre non possono essere munte con gli stessi parametri ma grazie ad un sistema di variazione dei rapporti di pulsazione, semplicemente girando una levetta, possiamo variare il funzionamento dell’impianto adattandolo anche alle mie capre. Questa è una fortuna perché mediamente mungo 55 animali e con una sala di mungitura così grande, ci impiego pochissimo!”

Foto di Mattia Sirigu

Il latte è destinato alla vendita o alla trasformazione?

Mattia: “Attualmente tutto il latte prodotto viene venduto ad una cooperativa di un paese qui vicino ma in costruzione c’è il mio caseificio. Il caseificio sarà strutturalmente un container che verrà però montato e predisposto all’interno di uno dei capannoni. I formaggi che andrò a produrre saranno sia di pecora che di capra; in particolare la mia offerta prevederà uno stagionato di pecora e vari formaggi freschi di capra, oltre allo yogurt.
La vendita avverrà la maggior parte dell’anno qui in azienda e, soprattutto nei periodi turistici, anche lungo la costa dove sono già in contatto con alcuni locali.”

Foto di Mattia Sirigu

Mattia, tu sei diplomato in ragioneria. Perché ha deciso di portare avanti la tradizione della tua famiglia?

“Allevare è la mia vita, non è retorica, è verità. Non c’è soddisfazione più grande che svegliarmi al mattino e vedere i miei animali, finire di mungere e ammirare il tramonto, emozionarmi per una nascita o coltivare ciò che mangeranno le mie capre.
Tante volte mi chiedo perché lo faccio, perché fare una vita così dura e non particolarmente remunerativa, perché essere sempre impegnato, perché essere legato ai ritmi dei miei animali…la risposta non sono capace di darmela ma ho capito che sono felice così: portando avanti la mia attività, sostenuta dalla grande passione per questo mondo e questo mi basta per capire che tutti i sacrifici che faccio sono già ripagati!”

Intervistando Mattia, abbiamo scoperto la sua storia e la sua umanità, che ci hanno fatto capire ancora una volta la forza che devono avere tutti gli allevatori, ma soprattutto la forza e determinazione che si deve avere in certi momenti della vita.

Vogliamo augurare a Mattia ogni bene, non solo dal punto di vista lavorativo.

Speriamo che la vita “tempestosa” di quest’ultimo anno (non solo per il Covid) possa tornare ad essere una piacevole brezza che permetta di ammirare, senza pensieri, i bellissimi tramonti della Sardegna.

Mattia: in bocca al lupo per tutto!!